Tuttavia in Italia, dove le dichiarazioni così promettenti del Governo provvisorio di Francia dovevano essere accolte con maggiore giubilo, fecero meno impressione che altrove, perchè i maggiorenti d'allora, tutti assorti nel pensiero di porre sul capo di Carlo Alberto la corona ferrea, nutrivano intorno alla Francia, perchè Repubblica, più diffidenza che simpatia e fiducia.
Subito dopo le Cinque Giornate di Milano il Governo provvisorio della repubblica francese, a conferma delle dichiarazioni del manifesto di Lamartine, riunì a Grenoble un esercito, detto delle Alpi, perchè fosse pronto a passare in Italia al primo invito dei lombardi o del re di Piemonte.
Non invitato, quell'esercito non si mosse. Vedremo più tardi come l'aiuto fu chiesto, quando il darlo non era più possibile, senza gravi pericoli per la Francia e per l'Europa.
Quei governi d'Europa che avrebbero potuto essere irritati della superiorità morale data nel manifesto di Lamartine all'idea repubblicana, contrapposta a quella monarchica, amarono vedere nel manifesto di Lamartine, la parte pratica, vale a dire la dichiarazione che mai la repubblica francese avrebbe preso l'iniziativa della guerra. Rassicurati da questo lato, inviarono, l'un dopo l'altro, il loro atto di riconoscimento alla repubblica, non appena l'Assemblea eletta dal suffragio universale ne ebbe fatta la solenne dichiarazione.
Col fare accettare dalle vecchie monarchie la repubblica francese quale parte integrante del sistema europeo, il governo provvisorio poteva dire di avere riportato una bella vittoria.
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