Col primo prometteva una legge per l'esercizio d'una limitata libertà di stampa; col secondo convocava la Dieta generale prussiana pel 2 aprile; annunciava inoltre la convocazione fra brevissimo tempo d'un parlamento tedesco, al quale sarebbe stato dato l'incarico di preparare la nuova Costituzione federale germanica.
Era a questo punto la situazione in Berlino, quando vi giunse, come squillo di bellica tromba, l'annuncio della vittoriosa insurrezione di Vienna.
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Vienna era stata negli ultimi trentatrè anni la Mecca dell'assolutismo europeo, la metropoli della Santa Alleanza, della cui politica Metternich poteva dirsi il primo ministro.
Per ciò che riguardava i suoi propri Stati, per impedire che le idee moderne vi penetrassero, l'imperatore d'Austria "fece allora ciò che si fa in tempo di epidemia: stabilì un cordone intorno alla sua monarchia.(2)"
Contro questo sistema protestavano più o meno fortemente slavi e ungaresi, reclamanti il ripristino delle loro secolari nazionalità, e protestavano gli stessi viennesi più colti, che si sentivano umiliati della loro condizione di politici eunuchi.
Il 2 marzo, Luigi Kossuth, capo popolarissimo dell'opposizione, fece votare dalla Dieta ungarese l'invio d'una deputazione a Vienna per chiedere la nomina immediata d'un ministero responsabile composto di soli ungaresi e la convocazione d'una Assemblea costituente.
A Vienna, per iniziativa degli studenti, dei librai, della società industriale e del circolo di lettura giuridico politico, furono fatte e presentate al governo molte petizioni, colle quali si chiedeva libertà d'insegnamento di religione, di parola, di stampa, la pubblicità del bilancio e una rappresentanza periodica.
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