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      Il governo, un po' per guadagnar tempo, decise di convocare una delegazione degli Stati delle diverse provincie, che insieme ad una commissione del governo dovesse studiare il da farsi.
      L'INSURREZIONE DI VIENNA.
      Il 13 marzo s'erano riuniti in Vienna i rappresentanti della Bassa Austria.
      Gli studenti, fra i quali v'erano polacchi, czechi, ungaresi, italiani, credettero l'occasione buonissima per dare maggior forza alle petizioni giā presentate al governo. In unione a una folla di operai si recarono nel cortile del palazzo, dove i deputati della Bassa Austria erano riuniti.
      Alle grida di: Abbasso la censura! - Viva la Libertā! i deputati si affacciano alle finestre, e invitano gli studenti a mandar loro una commissione.
      Mentre questa esponeva ai deputati i voti del popolo manifestante, si sentono dal di fuori colpi di fuoco.
      Si sparge la voce che arriva la truppa per far man bassa dei dimostranti.
      Allora la folla invade la sala, e i deputati lā assembrati promettono che porteranno alla Corona le domande del popolo, e tosto si recano al palazzo imperiale.
      La folla vi si reca del pari, e arrivata sulla piazza, mentre attende di pič fermo l'esito dei buoni uffici della deputazione, innalza ogni tratto grida di: Abbasso Metternich! - Abbasso i Ministri! - Viva la Libertā! Non queste sole grida; nella folla e sopratutto fra gli studenti, v'erano, come s'č detto, dalmati e italiani e boemi e ungaresi, che in lingue diverse esprimevano l'un l'altro gli stessi sentimenti che erano in tutti i cuori; onde si udirono anche grida di: Viva l'Italia!


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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