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      Le cinque giornate di Milano
      Fra la popolazione, che non voleva più saperne della dominazione austriaca, e il governo imperiale, che aveva riposto ogni fiducia nel potere militare per ricondurre all'obbedienza la città rivoltosa, nessuna via di conciliazione era più possibile.
      Vi furono bensì nei corpi amministrativi uomini di buona volontà, i quali con savie rimostranze avevano sperato di strappare all'Austria riforme adattate ai nuovi tempi, ma le stragi del 3 gennaio li avevano disingannati.
      In quella sera 30,000 sigari erano stati distribuiti ai soldati, perchè andassero a fumare nei luoghi più frequentati, per far dispetto alla popolazione, la quale, fra i modi di dimostrare la sua ostilità all'Austria, aveva compreso la astensione dal fumar tabacco, che era monopolio governativo.
      A quella ignobile provocazione avendo risposto parecchi giovani collo strappare i sigari di bocca ai soldati, il Comando militare, d'accordo colla polizia, mandò in gran numero fanti e dragoni sul corso, che sciabolando e ferendo di bajonetta alla rinfusa donne, vecchi e fanciulli, ne uccisero alcuni e ne ferirono un centinaio.
      Immenso fu il grido d'indignazione che si sollevò da tutta la popolazione contro l'iniquo attentato. Il suo immediato effetto fu di schierare contro il governo anche gli alti funzionari, gli stessi uomini di fiducia dell'Austria, gli amanti del quieto vivere. Quel sangue rese più profondo il distacco fra la popolazione ed il governo austriaco.
      Di dove sarebbe venuto il segnale della lotta nessuno poteva prevederlo, ma che si dovesse venire un dì o l'altro ad una violenta rottura era pensiero generale.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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