S'intendeva così di coprire le truppe che bloccavano Peschiera.
Se non che il generale Taxis, scendendo da Pastrengo, veniva a minacciare tutto il lato settentrionale di questa linea parabolica
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Pastrengo, a tre ore a monte da Verona è di incontestabile importanza, poichè prende di fianco la posizione dinanzi a Peschiera e copre quella di Rivoli, formando ad un tempo una testa di ponte naturale. Perciò se quelle alture fossero state fortificate, sarebbero state, a giudizio del generale austriaco Schönhals, inespugnabili. Dietro Pastrengo la riva scende pressochè a picco sull'Adige. Comprendendone l'importanza, circa l'assedio di Peschiera, il re decise d'impadronirsi di quella posizione e di appoggiarsi addirittura sulla riva destra dell'Adige. "Senza avvedersene (osserva Demetrio) cominciava ad eseguire un'operazione strategica".
Radetzky, che vedeva così troppo minacciata la sua linea di comunicazione con Peschiera e col Tirolo, spedì sul luogo l'intera divisione Wöcher.
L'attacco incominciato la mattina del 29 dal generale Broglia, ch'era a Santa Giustina, venne respinto. Il 30 aprile il comandante del II°corpo, generale Sonnaz, riprese l'offensiva con sei brigate. Uscendo da Santa Giustina, da Sandrà e da Colà in tre colonne, per vie convergenti si avviò ai poggi delle Brocche e di Valena, dove gli austriaci aspettavano trincerati.... La loro difesa fu lunga, accanita, ma alla fine, dopo sei ore, gli austriaci furono respinti verso l'Adige. Perdettero 1200 uomini fra morti, feriti e prigionieri.
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