Allora la lotta divenne feroce, e perchè feroce, il militarista gen. Schönhals la chiama «il più mirabile combattimento di tutta la guerra».
Dappertutto erano barricate e feritoie. Si doveva superare o abbattere ogni ostacolo a colpi di fucile; conquistare casa per casa a punta di baionetta.
Ad ogni passo era una lotta a corpo a corpo; morti e feriti cadevano l'uno sull'altro, amici e nemici. Intorno al cimitero la lotta fu più terribile; più volte i piemontesi furono respinti, ma ogni volta tornavano all'assalto con rinnovato ardore.
Ma ogni sforzo ha un limite, e dopo tre ore di una lotta sanguinosa, di cui non si vedeva prossima la fine, i soldati, i più dei quali non avevano preso cibo di sorta, cominciavano a disgregarsi.
Allora il gen. Bava ordinò si limitassero a conservare le posizioni conquistate; e quando verso il tocco giunse da Villafranca la seconda divisione, comandata dal gen. Passalacqua, il gen. Bava fece dare il segnale di un attacco generale, e in brevi istanti il villaggio fu conquistato.
Se dopo avere dato un breve riposo alle truppe, rifocillatele e riordinatele, due o tre brigate fossero state lanciate sulla propria sinistra in appoggio della divisione Broglia, che doveva assalire Croce Bianca e San Massimo, il nemico sloggiato da tutte quelle posizioni, non avrebbe avuto altro scampo che ritirarsi sotto Verona; così l'esercito piemontese, padrone delle strade che conducono da un lato a Vicenza, dall'altro al Trentino, lo avrebbe tenuto assediato senza speranza di aiuto da nessuna parte.
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Villafranca Broglia Croce Bianca San Massimo Verona Vicenza Trentino
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