A compimento dell'opera il I° corpo (Wratislaw) e il III° (Wocher) spediti contro Goito, furono disposti in una sola lunghissima colonna.
Dalle due parti si gareggiava di spropositi. «Come se la tremenda lotta del giorno innanzi non avesse dimostrato abbastanza l'intento e la consistenza delle forze nemiche, il generale Bava, dopo avere schierato in due linee la sua gente con la fronte rivolta a mezzogiorno, se ne stava in atteggiamento affatto passivo, aspettando che il nemico si facesse avanti. Ma poichè eran già scoccate le 3 pomeridiane, e il nemico non compariva, il re e i suoi generali se ne tornano al quartier generale di Valleggio; i reggimenti s'avviano ai loro bivacchi, lasciando una leggera cortina d'avamposti, formata da una compagnia di bersaglieri e dai quattro battaglioni di Cuneo. - Nessuno sognava di lanciare una pattuglia in avanscoperta. Benedek assalì improvviso, impetuosamente con la brigata di avanguardia. Rovesciò i battaglioni Cuneo, i quali ripiegando a Goito e facendo massa col X° napoletano impegnarono accanitissima battaglia. Questa fu la salvezza dei piemontesi, i quali tornando tutti verso il luogo di combattimento, appena abbandonato un'ora avanti, ebbero la fortuna di entrare in azione prima delle ultime brigate austriache (di Strasoldo e Clam).
«La giornata fu vinta, ma con poco frutto...»
Il generale Bava, nella sua relazione, dettata quasi ad ogni pagina pro domo sua, dice che i risultati ottenuti colla battaglia di Goito, nella quale egli ebbe la principale direzione, furono «immensi», ma non dice in che sieno consistiti questi immensi risultati.
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