Nè a lui tardarono in proposito gli alti ammonimenti.
Mandando in Francia un suo incaricato a far acquisto di fucili, il Governo sorto in Milano lo muniva d'una lettera per quel Governo provvisorio.
La lettera, che porta la data del 27 marzo, ed è negli atti del Governo provvisorio di Lombardia, terminava con queste parole, che alludevano alla circolare di Lamartine: «Appartiene al governo, che ha dichiarato così solennemente di aiutare tutte le nazionalità oppresse, di affrettarne la liberazione; appartiene al governo della nazione la più coraggiosa e la più generosa del mondo, di trovare il mezzo di aiutarci in circostanze così difficili».
L'esercito delle Alpi, formatosi, come s'è detto a Grenoble, aveva appunto lo scopo a cui il Governo provvisorio di Lombardia accennava nella sua lettera. Era proprio ciò che Carlo Alberto non voleva a nessun patto; e delle rimostranze ch'egli fece su questo proposito al Governo provvisorio di Lombardia, fu data comunicazione anche a Sir Abercromby, ministro inglese a Torino, il quale in data 14 aprile scrisse a Lord Palmerston, capo del Gabinetto inglese e ministro degli esteri, in questi sensi:
«Il Governo provvisorio di Milano aveva spedito al Governo provvisorio di Francia un indirizzo per domandargli assistenza. Tosto Carlo Alberto rimproverò acremente il Governo di Milano e gli intimò l'ordine (?) di ritirare immediatamente la sua domanda di assistenza dalla Repubblica Francese e protestare contro ogni atto che avrebbe per oggetto l'intervento d'una potenza straniera qualunque.
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