V'era tuttavia nella parte democratica dell'Assemblea Costituente francese una forte propensione a spingere il proprio governo ad una politica di solidarietą coi popoli lottanti per la loro emancipazione, a cominciare dall'Italia.
Fu per rispondere a queste generose impazienze, che Bastide, divenuto Ministro degli Esteri nella Commissione esecutiva, espose la linea di condotta che la medesima intendeva di seguire verso i popoli vicini, la quale non differiva da quella gią tracciata dal Governo provvisorio, di cui la Commissione esecutiva, circa la politica estera, poteva dirsi la continuazione.
Disse che il principio della sovranitą del popolo, ch'era la sua forza, la Francia l'aveva proclamato non soltanto per sč, ma per tutti; che sarebbe stato violarlo «andare presso i popoli vicini a far votare l'emancipazione e la libertą all'ombra delle nostre baionette». Ricordava come la Francia, per aver cominciato al tempo della prima rivoluzione a far propaganda repubblicana colle armi, aveva aperto la via alle vittorie imperiali, i cui effetti furono la perdita della libertą all'interno e delle simpatie dei popoli al di fuori. Terminava con queste parole:
«C'č d'uopo dunque di rassicurare i popoli, che noi non aspiriamo ad alcuna conquista, a verun ingrandimento di territorio. Bisogna che l'Italia, che la Germania, convinte del nostro disinteresse, ci desiderino, ci domandino come loro alleati; bisogna che noi attendiamo coll'arme al braccio, che esse ci chiamino per compiere in comune l'opera dell'emancipazione dei popoli».
| |
Assemblea Costituente Italia Bastide Ministro Esteri Commissione Governo Commissione Francia Francia Italia Germania
|