L. Blanc nelle sue conferenze non si stancava di dipingere il presente ordinamento sociale, e la concorrenza che ne è la base, come fonte di tutte le iniquità e di tutti i mali, di cui i proletari erano vittime; ma dopo avere dichiarato che non potevano aver salute se non dopo distrutto fin dalle basi la società presente, raccomandava ai suoi ascoltatori la virtù della pazienza, della tolleranza e la fiducia nei destini della Repubblica.
Intanto la crisi economica, conseguenza della insurrezione e delle frequenti manifestazioni di carattere rivoluzionario, gettava sul lastrico di Parigi molte migliaia di uomini, privi di lavoro.
Il governo provvisorio aprì per essi gli Ateliers nationaux, occupandoli in lavori di sterro in Parigi e nei sobborghi.
Nel suo pensiero dovevano essere, sotto l'alta sorveglianza del ministro del Commercio, un contraltare alla propaganda socialista di L. Blanc, che aveva nel suo piano di organizzazione del lavoro gli Ateliers nationaux di produzione. Divennero invece la sorgente del sollevamento del proletariato parigino contro la Repubblica.
A difesa della società e della Repubblica, e per non aggravare di soverchio servizio la Guardia Nazionale, il governo provvisorio, che non teneva un soldato entro Parigi, formò 24 battaglioni, di mille uomini ciascuno, reclutandoli fra quei giovani, dai 15 ai 20 anni, che, nel maggior numero, non hanno un'occupazione fissa, che vivono di vagabondaggio o di furto, e che non mancano mai di prendere parte a tutte le sommosse.
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