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      È ciò che vedremo fra poco.
      SOLLEVAZIONE A PRAGA E REPRESSIONE.
      Lieti delle concessioni ottenute col rescritto imperiale dell'8 aprile, e approfittando della mezza anarchia che regnava a Vienna, gli czechi decisero di convocare a Praga, nell'"antica e celebre capitale degli slavi", diceva il manifesto, gli slavi di tutte le provincie dell'impero austriaco, per ristabilire e difendere la nazionalità slava.
      Il Congresso slavo, al quale accorsero 237 czechi, e molti slavi forestieri come ospiti, fu aperto da un uomo assai popolare, Palasky, il 2 giugno. Gli oratori parlarono in lingue slave diverse, inneggiando all'unione di tutti i popoli slavi, ed esortandosi a cooperare tutti quanti a risollevarne le sorti. Parlò anche il russo Bakunin.
      Il Congresso decise la pubblicazione d'un manifesto all'Europa, che fu steso da Palasky. Esso aveva gettato nella popolazione czeca così vivo eccitamento, ch'essa non volle più tollerare, come generale comandante di Praga, il principe Windischgratz, perchè aristocratico intransigente, e ne fu chiesto il richiamo al Governo di Vienna.
      Senza aspettare la risposta, il 12 giugno una folla di popolo, colle milizie czeche alla testa, fece una dimostrazione sotto le finestre del governatore. Un colpo di fucile tirato contro i1 principe, affacciatosi alla finestra, ne uccise la consorte. Pochi momenti dopo anche un di lui figlio fu ferito. Egli stesso, essendo disceso in strada per parlare alla folla, fu sottratto a stento dai suoi soldati alle mani dei rivoltosi, che volevano appiccarlo ad una lanterna.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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