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      Il ministero credendo di togliere armi alla rivoluzione, decretò lo scioglimento della Legione Accademica. Fu la sfida del debole lanciata al forte. L'Università, i Circoli democratici, gli operai, credendosi minacciati, si atteggiarono a resistenza.
      Fu nominato un Comitato, detto di pubblica sicurezza, per mantenere l'ordine e «i diritti del popolo», e la presidenza affidata a un medico popolarissimo, il dott. Fischoff.
      Gli studenti vollero, a propria guarentigia, quattro batterie di cannoni, con cavalli e tutto l'occorrente, e l'ebbero; vollero conservata la Legione Accademica, e fu rispettata.
      Il ministero, privo ormai d'ogni forza materiale e morale, fece di necessità virtù; riconobbe l'autorità del Comitato di pubblica sicurezza, e pose sotto la sua protezione tutte le proprietà dello Stato.
      Era il suggello ufficiale impresso all'opera della rivoluzione.
      In tali frangenti il principe Windischgratz, in cui, per aver egli vinto la sommossa di Praga, la Corte vedeva il proprio salvatore, fu segretamente nominato comandante di tutte le truppe, eccettuate quelle che guerreggiavano in Italia con Radetsky, acciochè, senza chiasso, preparasse le forze necessarie per dare, al momento opportuno, il colpo di grazia alla rivoluzione.
      Allora, come sempre, l'esercito apparve l'unica àncora di salute della monarchia pericolante.
      L'imperatore investì di pieni poteri, durante la propria assenza, l'arciduca Giovanni, che si affrettò dal canto suo a porsi sotto la protezione del Comitato di pubblica sicurezza.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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