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L'idea espressa dalle ultime parole è giusta, ma, per non dare buon giuoco ai militaristi, che dall'esistenza di nazionalità asservite si servono per legittimare qualsiasi guerra, bisogna proclamare e far bene penetrare nella coscienza pubblica dei paesi liberi, che alle grandi nazioni già costituite spetta il dovere di aiutare colla loro autorità morale, e, ove occorra, colle loro forze unite, come avvenne per l'autonomia di Creta, le popolazioni che soffrono e si dibattono sotto la tirannide straniera, a liberarsi dal giogo che le opprime.
Era probabilmente questo il pensiero di Vischers, il quale dopo aver detto che:
«.... gli antichi pregiudizi, le antiche barriere, sono scomparse o scompariranno in un avvenire non lontano»,
chiudeva il suo discorso, citando la famosa strofa di Beranger cantata nella festa data a Liancourt, in occasione dell'evacuazione del territorio francese dei soldati della Santa Alleanza:
J'ai vu la Paix descendre sur la terreSemant de l'or, des fleures et des épis,
L'air etait calme, et du Dieu de la guerreElle étouffait les foudres assoupis.
Ah! disait-elle, égaux par la vaillance,
Français, Anglais, Belge, Russe ou Germain,
Peuples, formez une sainte alliance,
Et donnez-vouz la main».
«Il poeta (disse terminando il presidente Vischers) non comprende in questa enumerazione i nostri amici americani; ma noi diamo loro la mano attraverso l'immensità dell'Oceano».
Non occorre aggiungere che questo discorso, come quelli che verremo citando più innanzi, fu dall'uditorio salutato da grandi applausi.
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