L'istmo di Corinto, l'istmo di Panama potrebbero non essere più un ostacolo alla navigazione, il primo nel Mediterraneo, il secondo fra l'Oceano Atlantico e il grande Oceano. Tali intraprese, ed altre forse maggiori, che sembrano oggi impraticabili, diverrebbero di facile esecuzione....»
Questi utopisti della pace e della federazione universale portavano adunque uno sguardo sicuro anche nel mondo materiale, se, quasi profeti, vedevano fin d'allora tracciata la ferrovia lungo tutta l'Africa, a cui solamente da qualche anno l'Inghilterra ha volto il pensiero, e se additavano come opere da compirsi a vantaggio del commercio universale il taglio dell'istmo tra il Mediterraneo e il mar Rosso, e quello, del Panama, molti anni prima che Lesseps facesse i progetti dell'uno e dell'altro.
Un Congresso, quale lo immaginava Bouvet, avrebbe dovuto rivedere i trattati, e riformare, nell'interesse generale, le delimitazioni degli Stati.
Le vittorie di Radetzki avevano rimesso l'Austria in possesso della Lombardia e del Veneto, e per una definitiva pace la Francia e l'Inghilterra avevano offerto la loro mediazione, che poi, in seguito alla elezione di Luigi Bonaparte alla presidenza della Repubblica francese, si annullò da sè medesima.
Un Congresso delle nazioni non sarebbe stato soggetto a simili vicissitudini, e fatta la supposizione che un simile Congresso avesse dovuto regolare l'affare tra l'Austria e l'Italia, Bouvet dichiarava: «Il Congresso non sarebbe imbarazzato, perchè potrebbe facilmente indennizzare l'Austria dell'Italia, che "a mio avviso", soggiungeva, "non potrebbe conservare".
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