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      Molti però, come i lettori avranno già rilevato, pur vedendo nell'educazione un fattore non trascurabile per la causa della pace, ma riconoscendone troppo lenti gli effetti, volevano che non fossero trascurati altri mezzi di più immediata applicazione. Fra costoro dobbiamo ricordare Riccardo Cobden, il trionfatore dell'abolizione dei dazi sui grani, il quale, in una lettera inviata al Congresso, sosteneva il miglior mezzo di propaganda essere quello di insistere per il disarmo.
      «Per conseguire questo scopo (diceva) non avete che da pubblicare, nelle diverse lingue del continente, alcuni fatti semplicissimi».
      E questi fatti egli riassumeva nelle cifre delle enormi spese che costavano all'Europa "gli armamenti permanenti". La somma da lui calcolata era di cinque miliardi all'anno. - Che direbbe il grand'uomo oggi che questa somma è più che raddoppiata!
      Poi acutamente aggiungeva:
      «Mi si dirà che io fo appello a motivi poco nobili, considerando così la questione sotto un punto di vista pecuniario. È vero; ma se il Nuovo Testamento non ha potuto inspirare alle nazioni cristiane la fede nei principî della pace, a me sarà lecito di dimostrare quanto fu costoso l'appoggio che si volle cercare nella guerra per difendersi».
      Alla discussione sul disarmo fu dedicata una lunga seduta, nella quale parlarono: Chamerovzow, segretario della Società per la protezione degli indigeni, che osservò essere la pace armata eccitatrice di guerra, perchè fornisce tutto il materiale per farla; Alvin, l'abbate francese Louis, il prof. all'Università di Bruxelles, avv.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume primo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1903 pagine 338

   





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