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      È ciò che avvenne. Non solo Durando arrivò a Mortara il mattino del 21, mentre il duca di Savoia non vi giunse che alle ore 3, ma senza la possibilità che il duca, che formava colla sua divisione la seconda linea, potesse appoggiare i movimenti della divisione Durando.
      Era tardi, e immaginando che quel giorno non vi sarebbe stato combattimento i due generali si riservarono di correggere le loro posizioni all'indomani.
      Alle quattro e mezza pom. gli avamposti di Nizza Cavalleria respinti verso Mortara, recarono l'avviso che il nemico avanzavasi dalla parte di Garlasco.
      Assalita con impeto da tutto il II corpo del gen. d'Aspre, la divisione Durando non potè reggere a lungo. La brigata Regina fu la prima a ricevere il fuoco del nemico. Si combattè con varia fortuna intorno al convento di Sant'Albino; perduto una volta dai nostri, fu ripreso per perderlo una nuova volta.
      Venuta la notte, la lotta continuò su un cerchio più vasto. In mezzo alle tenebre un battaglione di Cuneo fece fuoco contro un battaglione della brigata Regina.
      I battaglioni, formati in maggioranza di giovani reclute, furono i primi ad essere scompigliati. Riparando precipitosamente in città, portarono la confusione e il panico negli abitanti. La divisione del duca di Savoia, entrata a sua volta in azione, non potè mutare le sorti della battaglia.
      Dopo le 8 di sera, padroni gli austriaci delle porte della città verso Vercelli, il colonnello Benedek condusse i suoi reggimenti all'assalto dell'interno. La resistenza non fu lunga.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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