Ai primi colpi di cannone il popolo si recò in folla ed armato verso Porta Cavalleggieri; le donne dalle finestre facevan coraggio agli accorrenti; i saluti, gli evviva, la risoluta allegria erano grandissimi....
I francesi s'erano avvicinati alle mura spensieratamente ed in piccolo numero. Assaliti impetuosamente dalla legione Garibaldi, sostenuta dai coraggiosi carabinieri, benchè resistessero essi in principio col solito loro coraggio, furono costretti a volgere addietro in disordine, lasciando nelle mani dei romani 520 prigionieri, molti morti e qualche ferito.
Impossibile descrivere l'entusiasmo di Roma a siffatte notizie. Tutti si preparavano lietamente ad un secondo assalto....
Qualche giorno dopo Oudinot chiese il cambio dei prigionieri. Il triunvirato vi si ricusò, non volendo ammettere la parità del cambio, perchè i prigionieri francesi erano stati catturati in buona guerra, il battaglione Mellara invece a tradimento e senza battaglia. Ma cavallerescamente, rimandò i prigionieri, con questo decreto:
Art. 1. - I francesi fatti prigionieri nella giornata del 30 aprile sono liberi, e verranno inviati al campo francese.
Art. 2. - Il popolo romano valuterà di plauso e dimostrazione fraterna, a mezzogiorno, i bravi soldati della repubblica sorella....
Così rispondeva Roma alla perfidia del governo della repubblica francese. Diciamo il governo e non la Francia, perchè fu il governo, che, violando le intenzioni e i propositi chiaramente manifestati dall'Assemblea nazionale francese, ordì, combinò e condusse a termine nel modo più sleale e più iniquo la spedizione Oudinot contro la repubblica romana.
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