Quattordici ore era durato il combattimento, o piuttosto la serie dei combattimenti. Dieci volte la Legione italiana e i bersaglieri Manara avevano caricato i francesi alla baionetta mettendoli in fuga.
Garibaldi nel bollettino di quella storica giornata scrisse:
La notte venne, lasciando nostro il campo di battaglia, il nemico ammirato del nostro valore, ed i nostri desiderosi di riprendere, come fecero nel mattino seguente, la battaglia cosė valorosamente combattuta il giorno prima.
Gli ufficiali tutti, specialmente dello Stato maggiore del generale, della Legione italiana e dei bersaglieri Manara, mostrarono immenso coraggio, e furono degni di ben meritati elogi.
Non č possibile in questo sommario far parola di tutti gli atti di straordinario valore compiuti in quella giornata da ufficiali e da militi; ma di alcuni non possiamo tacere.
Le tre compagnie dei bersaglieri Manara, le sole del battaglione che avevano preso parte al combattimento, ebbero 96 uomini feriti o morti, fra i quali 3 ufficiali.
I nostri soldati (citiamo anche qui Emilio Dandolo, perchč scrittore rigorosamente veritiero, alieno da ogni esagerazione) mantenuti per 10 ore sotto il fuoco nemico, vedendosi ad ogni momento cadere numerosissimi i compagni e gli ufficiali, continuarono a combattere sempre col pių freddo coraggio. Si spinsero pių di dieci volte ad attaccare il nemico, potentissimo per la posizione e pel numero; feriti leggermente, correvano all'ambulanza a bendarsi, poi tornavano. Moltissimi in tal modo ebbero due o pių ferite.
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