Bisognava far tacere la Dieta. E qui Metternich, ciecamente ostinato nell'idea fissa di integrare nella monarchia il puro onnipotente assolutismo, credette di poter raggiungere l'intento col disgregare la salda compagine del regno ungarese. Divide et impera.
A tale effetto pensņ di servirsi contro gli ungheresi della propaganda panslavista; perchč la Dieta volle imporre l'uso della lingua ungarica negli atti ufficiali, invece del latino, ecco croati, serbi, schiavoni indotti a protestare in nome della loro nazionalitą.
La fiaccola della discordia era accesa ormai; basterą agitarla per mano degli emissari, che la Corte austriaca segretamente incoraggia, premia ed onora.
Per allontanare il pericolo ungarico, perchč pił vicino, non si accorse quel vecchio custode della reazione che ne creava di nuovi, che sarebbero divenuti col tempo, non meno del magiaro, funesti all'unitą dell'austriaco impero.
Ed ecco tra gli slavi del mezzodģ Luigi Gaj che propugna la ricostituzione d'una Grande Illiria; Jellachich che vuol ripristinare il regno antico di Croazia; il patriarca Rajacic che domanda un Voivoda presso i Serbi: tra gli slavi settentrionali Kollįr, Palaczky, Shaffarik chiedono la formazione di un grande reame czeco.
Sarą una guerra atroce fra le diverse stirpi dell'Impero: non monta. Quando slavi e magiari si saranno sgozzati tra loro, entrerą in campo l'imperatore co' suoi austriaci a domare vincitori e vinti, a opprimerli tutti ad un modo sotto il ferreo scettro del dispotismo.
Ma le mene austro-panslaviste sono condotte con tale accorgimento che la Dieta ungarese non s'avvede del nembo che contro di lei si addensa e rumoreggia.
| |
Dieta Metternich Dieta Corte Luigi Gaj Grande Illiria Jellachich Croazia Rajacic Voivoda Serbi Kollįr Palaczky Shaffarik Impero Dieta
|