Finchè l'Ungheria non era che una dipendenza della Casa d'Asburgo, i Croati v'erano più che rassegnati, colla maligna gioia di vedere soggetti, con essi, anche i magiari, loro signori. Ma quando questi vollero spezzare la catena che li teneva aggiogati all'Austria, i Croati non ebbero bisogno di essere sobillati dal governo austriaco per esigere a loro volta la loro autonomia nazionale.
Mentre nella primavera del 48 la Dieta di Pest proclamava l'indipendenza dell'Ungheria, i Comitati di Agram affermavano, per conto loro, la autonomia della Croazia.
Ne nacque una guerra fra Croati e Ungheresi.
L'amico nostro Demetrio, che anche sulla guerra d'Ungheria ci ha mandato un interessante studio, del quale teniamo gran conto, chiama l'alzata d'armi dei croati - aiutati da serbi, turchi e rumeni - contro l'Ungheria, una sollevazione di ribelli e riprova i generali ungheresi di non averli fin dei primi momenti affrontati con tali forze da schiacciarli irremissibilmente.
Sarà verissimo, che essendo mancata in principio un'azione energica per parte degli ungheresi, la rivolta croata ebbe campo di accrescere le sue forze e di organizzarsi, ma è certo che, a parte il diritto storico, i principii stessi a cui facevano appello gli ungheresi per emanciparsi dall'Austria, dovevano valere per i croati per distaccarsi dall'Ungheria. Il legame federativo, che era allora ed è oggi il solo rimedio per tenere unita la eteroclita compagine dell'impero austriaco, è l'unico sistema che valga a soddisfare le indomite aspirazioni nazionali delle popolazioni croate, serbe e rumene soggette all'Ungheria.
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