Invece Görgey non si smarrisce: manda Guyon alla testa di una brigata di Honved su la montagna per sentieri da capre; Guyon sbocca dalla gola di Branisko, assale alle spalle gli austriaci, facendone sbaraglio. Görgey esce incolume dalle strette, si precipita su Eperies per schiacciarvi il generale Schlik, che a tempo si sottrae al pericolo, ritirandosi a Kaschau. Ma vi č appena arrivato quando intende che Klapka si avanza per avvilupparlo alle spalle.
In ventiquattr'ore le parti erano invertite; i due ungaresi erano sul punto di far prigioniero il generale austriaco.
Schlik potč salvarsi inerpicandosi per sentieri appena accessibili, finchč giunse a Losonez, dove con la quarta parte appena dei suoi soldati riescě a ricongiungersi col grosso dell'esercito imperiale. Anche Görgey, data la mano a Klapka, scendeva il Tibisco per unirsi coll'esercito principale dei magiari. Tale era la giostra d'inseguimenti e di fughe, di agguati e di sorprese che Görgey aveva sostenuto per quaranta giorni tra i monti Carpazi: ma ancor piů varia, piů difficile ed epicamente eroica fu la guerra di montagna combattuta per la causa ungherese dal polacco Bem tra i monti Metallici e le Alpi di Transilvania.
Bem aveva fatto prodigi come organizzatore di truppe e come condottiero. Egli era partito come semplice passeggero da Debreczin il 16 di novembre, alla volta di Groswaradino, munito del decreto di comandante in capo di tutte le forze disponibili per riconquistare la Transilvania, guarnita da 25000 austriaci.
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