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      Intanto Welden potč condurre le forze disponibili sulla Waag per fronteggiare Görgey, e impedirgli di proseguire su Vienna.
      Cosě questo tanto celebrato stratega si vide ricomparire dinanzi, rinfrescata di nuovi aiuti, la parte migliore di quell'esercito, che gli ungheresi avevano battuto in dieci combattimenti, ch'egli avrebbe dovuto e potuto annientare di leggieri con un ultimo colpo, quando lo aveva serrato con le spalle al Danubio.
      Invece di proseguire la sua marcia trionfale su Vienna alla testa di 70000 honved, e con le sue 180 bocche da fuoco, credette necessario d'impadronirsi della rocca di Buda, che restava a perpetua minaccia della capitale, stata nel frattempo abbandonata dagli austriaci.
      Dopo un regolare assedio, il 20 di maggio gli honved montarono una terza volta all'assalto, e le bandiere ungheresi sventolarono trionfanti sul castello. Il generale svizzero Henzi ed il colonnello Auer si erano fatti uccidere per difendere fino all'ultimo la fortezza ormai diroccata.
      In quel momento anche le notizie della guerra che arrivavano dalle altre parti dell'Ungheria riempivano di giubilo il governo ed il popolo.
      Dalla Transilvania Bem aveva scacciati gli austriaci e i russi; nella Bacsa il valoroso Perczel, domati i Serbi, si era unito a Bem nel banato di Temesvar, che in breve per opera loro era liberato dalle bande brigantesche che lo infestavano. Un cumulo di notizie liete.
      Tutta l'Ungheria era sgombra dagli invasori.
      Görgey aveva perduto 30 giorni nell'assedio affatto secondario di Buda; aveva immobilizzato l'esercito d'operazione sulla linea della Waag, ne aveva troncata l'iniziativa cosě fortunata e promettente; e intanto aveva lasciato all'Austria il tempo di ristorarsi, alla Russia d'intervenire, all'Inghilterra ed alla Francia di disinteressarsi delle vicende e dei pericoli d'un pays barbare.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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