A Pest si prevedeva questa rovina, dovuta all'imprevidenza e alla disobbedienza di Görgey, e il Governo, senza togliergli il comando diretto degli honved, che l'adoravano, gli ordinava di obbedire agli ordini di Meszaros, nominato generale in capo di tutti gli eserciti nazionali.
Görgey rispose laconicamente che non intendeva di affidare ad ordini altrui i suoi valorosi honved, coi quali avrebbe combattuto a suo talento per l'indipendenza della patria.
Questa minaccia di ribellione del generale che aveva al suo comando le maggiori forze insurrezionali, avveniva nel momento in cui la massa principale dell'esercito russo, guidata dal principe di Varsavia, discesa dal nord attraverso i Carpazi, percorsa la valle dell'Hunad, fronteggiava il prode Dembinski.
Dalla parte della Transilvania Clam Gallas rientrava dalla Valachia per liberare Carlsburg, fortemente assediato dagli ungheresi di Bem. Nel tempo stesso le colonne russe di Lüders e di Hasford, rientravano dal passo della Torre Rossa per ricuperare Hermanstadt.
Verso mezzogiorno Jellachich, da Mitrovitza, e Nugent, da Eszeg, s'apprestavano a passare la Drava e il Danubio per ricuperare la Bacska, di dove Perczel li aveva cacciati.
Erano quattro eserciti fiancheggiati da colonne minori - non meno di 300,000 uomini complessivamente - ai quali gli ungheresi potevano contrapporre a mala pena 140,000, dei quali buona parte erano nel Banato e in Transilvania.
Soltanto il perfetto accordo dei generali sotto il comando d'un prode, degno della fiducia generale, avrebbe potuto rialzare le sorti della causa ungarica, ma quella condizione mancò del tutto.
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