Ed egli avrebbe potuto trarre dalla nazione nuovo poderoso esercito, se non fossero mancate le armi, le quali non potevano pių essere introdotte dall'estero attraverso gli eserciti nemici che cingevano l'Ungheria in un cerchio di ferro.
Il parlamento si riuniva a Szegedin il 21 luglio; e dopo che il ministro della guerra ebbe esposto in quali condizioni difficili si trovava il paese, senza che il Governo potesse dire ciō che pensava sul conto di Görgey, molti furono del parere che a Görgey fosse dato il sommo comando degli eserciti, come il solo capace di condurli alla vittoria.
Era quest'idea sostenuta da parecchi giornali, che attribuivano a vero merito la popolaritā che, non ostante i suoi errori e le sue colpe, godeva ancora Görgey.
Intanto Haynau, non volendo lasciare ai russi il merito e l'onore di sottomettere all'obbedienza dell'Austria i capi dei ribelli, affrettō la sua marcia su Szegedin. Egli era arrivato a mezza via, quando ebbe notizia della tremenda sortita di Klapka. Questi, uscito il 3 di agosto da Komorn con 8000 fanti, quattro squadroni d'usseri e 24 pezzi da campo, non soltanto ruppe le soldatesche del generale Czorich, che lo bloccavano, ma spingendosi oltre la Raab, pareva minacciasse Presburgo e i confini dell'arciducato. Se Klapka avesse avuto metā delle forze di cui disponeva Görgey, l'Ungheria avrebbe potuto resistere ancora parecchi mesi.
Haynau n'ebbe paura, e mandō indietro contro Klapka un'intera brigata. Egli proseguė su Szegedin, dove arrivando la trovō, con sua gran meraviglia, abbandonata dal Governo e dalle milizie ungheresi.
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