Sì, io lo dico terminando: l'êra della rivoluzione si chiude, l'êra dei miglioramenti comincia. Il perfezionamento dei popoli abbandona la forma violenta per prendere la forma pacifica; il tempo è venuto in cui la provvidenza vuol sostituire all'azione disordinata degli agitatori l'azione religiosa e calma dei predicatori.
Ormai lo scopo della politica grande, della politica vera, eccolo: far riconoscere tutte le nazionalità3, ristaurare l'unità storica dei popoli, e rannodare questa unità alla civiltà colla pace; dare il buon esempio ai popoli ancora barbari, sostituire gli arbitrati alle battaglie; e finalmente far pronunciare dalla giustizia l'ultima parola, che l'antico mondo faceva pronunciare dalla forza.
Signori, lo dico conchiudendo, e che questo pensiero ci incoraggi; non da oggi il genere umano è in cammino su questa via provvidenziale. Nella nostra vecchia Europa l'Inghilterra ha fatto il primo passo, e col suo esempio secolare ha detto ai popoli: «Voi siete liberi». La Francia ha fatto il secondo passo, e ha detto ai popoli: «Voi siete sovrani». Ora facciamo il terzo passo, e tutti insieme, Francia, Inghilterra, Belgio, Germania, Europa, America diciamo ai popoli: «Voi siete fratelli».
Questo discorso, ch'era stato più volte interrotto da grandi applausi, fu alla fine salutato da lunga entusiastica ovazione. A un segno di Riccardo Cobden gli inglesi e americani si alzarono e agitando cappelli e fazzoletti mandarono tre volte il loro evviva: Hip! Hip! Hip!
L'importanza di questo discorso, veniva anche dal ricordo che Victor Hugo, figlio d'un generale dell'impero, aveva passato la sua prima adolescenza fra i frastuoni dell'epopea napoleonica, e alla gloria militare aveva egli medesimo dedicato alcune delle sue prime poesie.
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