Per l'arbitratogli Inglesi e gli Americani.
Sull'arbitrato, come mezzo civile per risolvere le vertenze fra nazioni, furono dal 48 in poi pronunciati centinaia di discorsi e pubblicati volumi, che oggi possono formare una bella biblioteca. Gli argomenti che in suo appoggio furono portati nel Congresso di Parigi sono in buona parte quelli che furono poi ripetuti in molte altre occasioni. Tuttavia non è oggi senza interesse leggere le ragioni che furono allora dette dai delegati inglesi e americani, che di quel principio s'erano fatti già da anni strenui sostenitori nei loro paesi.
Riconoscendoli quali maestri nella materia, i francesi e i belgi lasciarono ai delegati inglesi e americani l'onore di sostenere la proposta sottoposta al Congresso, ch'era così formulata:
La pace potendo, essa sola, garantire gli interessi morali e materiali dei popoli, il dovere di tutti i governi è di sottomettere ad un arbitrato le vertenze che sorgono fra essi, e di rispettare le decisioni degli arbitri ch'essi avranno scelto.
Il dott. Bodwin, della città di Bradford, aveva mandato al Congresso un dispaccio, che fu letto, il cui concetto sostanziale era questo:
La forza brutale è impotente a scoprire dove, in una querela, è il diritto, e le parti interessate non possono sempre appianarle esse medesime. Il mezzo migliore per finirla è di far esaminare e giudicare la questione da uomini esperti e disinteressati. Basta dunque convincere governi e popoli della sua superiorità relativamente ad altri mezzi, acciocchè le guerre diventino impossibili.
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