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      Non temo di dire che la Francia ne deve l'esempio al mondo, perchè di tutte le nazioni del mondo la Francia è quella che può più facilmente sfidare i rischi, se ve ne sono, di questa grande misura, e scongiurarli...
      A proposito di quelli che al disarmo, come a qualunque idea nuova, oppongono la banale obbiezione dell'impossibilità, l'oratore, dopo avere ricordato lo stabilimento del cristianesimo, l'emancipazione degli schiavi e la realizzazione di tutte le libertà, considerate prima come impossibili, aggiunse:
      E la tolleranza religiosa, la libertà di coscienza, 1'eguaglianza dei culti, il rispetto mutuo delle credenze, quanto tempo, in mezzo alle più orribili guerre di religione e a ogni sorta di persecuzioni, non fu sostenuto, che queste conquiste della pace erano impossibili? Oggi non ho bisogno di citarvi nè il Codice delle nostre leggi, nè l'articolo della Costituzione; mi basta di portare con emozione uno sguardo al mio lato, e dirvi che in questo momento è un ministro protestante che vi parla, davanti ad uno dei più degni ecclesiastici cattolici che l'ascolta.
      Quando, fra applausi entusiastici prolungati, Coquerel si sedette, l'abbate Deguerry, parroco della Maddalena, a cui aveva fatto allusione, gli diede la mano e gliela serrò affettuosissimamente. A quella vista (nota il rendiconto di Garnier) un entusiasmo difficile a descrivere si sollevò nell'uditorio.
      Contrariamente all'opinione di Coquerel, il rappresentante Bouvet sostenne che la Francia non doveva dare l'esempio del disarmo.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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