Il Congresso fece lo stesso invito a tutti i ministri di culti religiosi, e ai diversi organi della stampa, che agisce sì potentemente sullo sviluppo della civiltà.
Fece voti per il perfezionamento delle vie di comunicazione internazionale, per l'estensione della riforma postale, per la generalizzazione degli stessi tipi di peso, di misura e di moneta.
Decise in fine di redigere un manifesto a tutti i popoli, di portare i voti del Congresso alla conoscenza dei governi e di rimetterne specialmente una copia nelle mani del presidente della Repubblica francese.
Visita al presidente della Repubblica.
Conformemente all'accennata deliberazione del Congresso, l'ufficio di presidenza chiese e ottenne udienza dal presidente della Repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, per presentargli le deliberazioni votate dal Congresso.
La deputazione era composta di Victor Hugo, Cormenin, Girardin, Giuseppe Garnier, del curato della Maddalena, del Visschers, di Bruxelles, del deputato alla Camera dei Comuni Hindley.
Victor Hugo, nel consegnare al presidente della Repubblica le deliberazioni votate dal Congresso, gli disse con molta dignità come le manifestazioni di questa natura rispondevano ai veri bisogni delle popolazioni, e come giovavano ai governi medesimi, preparando l'opinione pubblica a riforme, senza le quali la pace del mondo sarebbe ogni tratto turbata.
I sognatori, i poeti, disse V. Hugo al presidente (questo resoconto è tolto dal Journal des Économistes del 15 settembre 1849), sono coloro che predicano e vi consigliano la politica e i sistemi della pace armata; gli uomini positivi sono quelli i quali, come noi, vengono a dirvi che, se il nipote del più grand'uomo di guerra è chiamato ad una bella parte nel nostro paese, è lavorando indefessamente allo stabilimento della pace.
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