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      Girardin, memore che senza il concorso della Russia, l'Austria non avrebbe l'anno prima assoggettata l'Ungheria, e che senza la spedizione francese, la repubblica romana non sarebbe stata distrutta, sostenne il principio del non intervento. La libertà, disse, trionfante in un punto del mondo, si espande su tutti.
      L'intervento fa aumentare i già grandi bilanci militari e la miseria dei popoli.
      Uno degli oratori che fecero più impressione fu un Chappel di Nuova York; egli parlò con molta eloquenza dei benefici della pace "che si propagherà nel mondo come l'Evangelio".
      Parlò per ultimo il tedesco Schok, dimorante in Inghilterra, il quale confessò che, contrario dapprima, si convertì alle idee degli amici della pace dopo avere assistito alle discussioni del Congresso.
      Furono votate le seguenti risoluzioni:
      Il Congresso dichiara, che non v'e diritto di intervento negli affari di un altro Stato, e che ciascuno ha l'esclusivo diritto di risolvere le proprie questioni.
      Il Congresso invita i suoi membri a lavorare nei loro paesi per indurre i Governi a stabilire convenzioni e statuti internazionali.
      Venne infine in discussione la questione del duello, che per la prima volta era stata messa nell'ordine del giorno d'un Congresso della pace; ed era naturale che venisse posta in un Congresso tenuto in Germania, dove, allora più che adesso, i duelli erano frequentissimi fra gli studenti.
      Era noto che Emilio de Girardin aveva ucciso in duello Armand Carrel, l'uomo più forte e più stimato della democrazia repubblicana francese dal 1830 al 1840.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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