Si fecero cariche di cavalleria, seguìte dalla fucilata e dalla mitraglia, su tutta la lunghezza dei boulevards.
«Passaggeri inoffensivi furono vittima di quella terribile fucilata», disse Mayer, uno degli apologisti del colpo di Stato.
Saverio Durrieu scrisse:
- Ho fatto sessanta passi e ho veduto sessanta cadaveri.
Una brigata uccideva i passanti dalla Maddalena all'Opera, un'altra dall'Opera al Ginnasio un'altra dal boulevard Bonne Nouvelle alla porta Saint-Denis. Il reggimento 75° prese là una barricata; non vi fu combattimento, ma una carneficina.
Erano trentamila soldati, a cui la disciplina militare aveva comunicato la passione dell'assassinio, che facevano strage d'una popolazione inerme, quasi tutta inoffensiva.
Tiravano senza un minuto di riposo contro la folla e contro gl'individui isolati, sui passanti, sui bottegai, su tutto e su tutti, per spazzare la strada e per uccidere.
Un ufficiale degli spahis gridava ai soldati «Tirate alle donne»; i soldati obbedivano, e molte donne furono uccise.
Uno scienziato, Germano Sée, dichiarò che, alle ore sei, nel suo cortile erano ricoverati ottanta feriti, quasi tutti vecchi, donne e fanciulli.
Il colonnello Rochefort dispose le sue truppe in un abbassamento di terreno del Chateau-d'Eau. La folla, credendo il terreno libero, passò di là. Cadeva la notte, e il colonnello Rochefort diede l'ordine ai suoi cavalieri di lanciarsi contro la folla. La carica a fondo continuò per lungo tratto. Molti cadaveri rimasero sul terreno.
I particolari di questo immenso massacro sono orribili.
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