La guerra comincia male.
Fiaccare il colosso russo, divenuto, come credevasi, un pericolo per l'avvenire d'Europa, doveva essere, secondo l'opinione della parte più intelligente del pubblico inglese e francese plaudente alla guerra, lo scopo da raggiungere.
Per questo il piano migliore sarebbe stato quello di assalire la Russia dal Baltico, grazie alle potenti flotte delle due potenze alleate, approfittando della neutralità benevola della Danimarca e della Svezia, e suscitare ad un tempo la sollevazione in Polonia, per la quale i Comitati insurrezionali non attendevano che un motto da Parigi o da Londra.
Era il miglior modo per le potenze occidentali di cancellare un delitto che pesava da tre quarti di secolo sull'Europa, e di creare nella indipendenza d'un popolo giovane e fiero un baluardo contro il pericolo cosacco.
Ma il desiderio di avere partecipi nell'azione contro la Russia l'Austria e la Prussia, fu causa che quel disegno, se fu preso in esame, venisse subito abbandonato.
La preparazione d'una guerra è della massima importanza nelle guerre moderne. Quando è completa, il morale delle truppe ne trae gran giovamento.
È ciò che mancò allora in gran parte.
Le truppe alleate sbarcarono a Gallipoli, prima base di operazione, dove il generale in capo del corpo francese, maresciallo Saint-Arnaud, arrivò il 7 maggio. Tanto egli, come il generale Canrobert, comandante la 1a divisione (che alla morte di Saint-Arnaud gli successe nel comando), erano stati i vincitori del colpo di Stato del 2 dicembre.
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