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      Il totale delle perdite fu dunque: pei russi di 295 ufficiali - fra i quali 6 generali - e 11,664 soldati; per gli alleati, di 271 ufficiali - fra i quali 9 generali - e 4,027 soldati.
      Dopo la battaglia, toccò agli alleati rimasti vittoriosi raccogliere i feriti. Furono naturalmente raccolti anche i feriti russi, ma l'indomani (v. Faye, Souvenirs de la guerre di Crimée) un migliaio di feriti russi giacevano ancora sul suolo, e otto giorni dopo se ne trovarono ancora alcuni. Non è tutto; per scarsità di chirurgi, una volta portati sotto le tende di ambulanza molti di questi feriti dovettero attendere otto o dieci giorni prima di essere bendati. Quale supplizio per quegli sventurati!
      Non fortunati nelle loro sortite, i russi non cessavano un istante dall'accrescere e fortificare le loro linee di difesa. L'intrepido Totleben non si dava un minuto di riposo. Ordinava in persona i lavori da eseguire pel collocamento o lo spostamento delle batterie e tracciava, ai comandanti le artigliere, il campo di tiro.
      Il 14 novembre la piazza era difesa da 494 bocche da fuoco, mentre gli alleati non avevano da opporvi che 149.
      Intanto era arrivato un nuovo alleato pei russi: l'inverno, che aggiunto al colera, che aveva fatto stragi nei due campi, fece più vittime di parecchie battaglie campali.
      l'Inverno, il Colera e le Malattie.
      Ai funesti effetti che le intemperie e il freddo recavano alla salute dei soldati, s'aggiunsero a loro danno l'imprevidenza e l'incuria delle amministrazioni.
      Allora cominciarono a trovarsi a mal partito in Francia, e specialmente in Inghilterra, dove la stampa era pienamente libera, i laudatori della guerra e gli annunciatori delle facili vittorie.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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