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      Il conte di Cavour, allora capo del governo sardo, non tardò a vedere nella partecipazione a quell'alleanza, il modo di far entrare il Piemonte nei consigli d'Europa, e di trovare un giorno o l'altro nell'Inghilterra o nella Francia un alleato contro l'Austria.
      Gli eventi giustificarono pienamente queste previsioni di Cavour. La guerra di Crimea pose la prima pietra del regno d'Italia.
      Il trattato di alleanza fu firmato il 10 gennaio 1855.
      Portato nella Camera subalpina fu combattuto da quasi tutta la sinistra, la quale, immaginando Dio sa quali prossime occasioni di guerra all'Austria, non voleva impegnare il paese in una impresa estranea alla causa nazionale.
      Il trattato fu tuttavia approvato dalla Camera con 95 voti contro 64, e dal Senato da 63 contro 27.
      Il corpo di spedizione fu composto di 15,000 uomini, con battaglioni, batterie e squadroni dati da ciascuno reggimento. Ne ebbe il comando il generale Alfonso Lamarmora.
      Sbarcato nella prima metà di maggio a Balaclava, prese posizione dopo che i francesi ebbero occupato il ponte di Traktir, cacciandone i russi, sulle alture di Kamira, sulla riva sinistra della Cernaja, con un posto di bersaglieri a monte Giorgiuna sulla riva destra.
      Malakoff.
      Il 2 febbraio 1854 in una Conferenza che tennero i generali comandanti gli eserciti alleati, era stato convenuto che l'attacco principale doveva essere diretto contro il bastione Malakoff, come quello che metteva in possesso del più importante borgo di Sebastopoli, e, dominandone la baja, avrebbe dato modo di battere anche la flotta russa e di tagliare le comunicazioni tra la piazza e il porto.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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