Fissato tale obbiettivo in principio di febbraio, quel bastione cadde in potere degli alleati soltanto l'8 settembre, dopo parecchi sanguinosi assalti, che costarono molte migliaje di vite agli assediati e agli assedianti.
Il gen. Canrobert, che ci teneva a risparmiare, fin dove era possibile il sangue dei suoi soldati, anche a costo che fosse ritardata di qualche mese la presa di Sebastopoli, ed era per questo venuto in disaccordo coi generali inglesi, diede in giugno le dimissioni dal comando in capo dell'esercito francese, che fu assunto dal gen. Pelissier, il quale diede subito una maggior vigoria alle operazioni offensive.
Fra le opere avanzate del bastione Malakoff, eravi, alla distanza di 700 metri, un'opera formidabile chiamata il Mamelon Verde.
Questo mamelon e le fortificazioni adiacenti furono assaliti con impeto straordinario il 7 giugno e conquistati.
La vittoria era perņ stata ottenuta a molto caro prezzo.
I francesi avevano avuto 5443 uomini fuori di combattimento, dei quali 697 uccisi e 4363 feriti. Fra gli uccisi fuvvi il gen. De Lavarande, che aveva diretto uno degli assalti.
Inglesi: 693 uomini tra uccisi e feriti.
Russi: 5000 uomini fuori di combattimento, dei quali 500 prigionieri. Fra gli uccisi il gen. Timofeiff.
Incoraggiato da quel successo, indifferente al numero dei morti e dei feriti ch'era costato, il gen. Pelissier volle solennizzare l'anniversario della battaglia di Waterloo con un'assalto della torre e di tutte le batterie del gran Redan. Le truppe alleate dovevano muovere simultaneamente all'attacco alle ore tre del mattino.
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