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      Le perdite di quella giornata decisiva, furono per le due parti enormi.
      I francesi ebbero: 11 generali uccisi, e 5 feriti; 340 ufficiali fuori di combattimento, dei quali 116 uccisi; 1480 sott'ufficiali e soldati uccisi, 4259 feriti, e 420 dispersi.
      Gli inglesi ebbero 2447 uomini fuori di combattimento, dei quali 561 uccisi.
      La brigata sarda Cialdini, che, secondo lo storico citato, gen. Canonge, «doveva prendere parte all'assalto del bastione Mât», ebbe soltanto 40 uomini fuori di combattimento, di cui 4 morti.
      La perdita dei russi salì a 12913 uomini, dei quali 3500 uccisi; fra questi tre generali.
      Col favore della notte e degli incendi, accesi in tutti i punti, i russi abbandonarono la città e passarono sulla riva settentrionale della rada, non lasciando dietro di essi che incendi e rovine, e morti e feriti!
      Soltanto il quarto giorno dopo la presa di Malakoff gli alleati entrarono in Sebastopoli.
      In mezzo alle rovine trovarono in un quartiere feriti russi e feriti francesi, che là giacevano da quattro giorni senza alimento di sorta. Alcuni erano morti, e i loro cadaveri erano in completa putrefazione. In quale stato si trovassero quelli ancora vivi, ma estenuati dalla fame, fra tanta putredine, pensi il lettore.
      Neppure Dante fra le sue bolge aveva potuto imaginare somiglianti torture.
      Poco tempo dopo la caduta di Sebastopoli, avendo l'Austria rinnovato le sue proposte per la pace, le ostilità furono sospese, ma la pace non fu conchiusa che parecchi mesi dopo dal Congresso di Parigi.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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