Quella guerra non valse neppure a premunire l'Europa contro l'invadenza della Russia, perchè le limitazioni imposte alla sua marina da guerra furono da essa, all'indomani della guerra franco-germanica, annullate senza alcuna protesta delle altre grandi potenze.
La guerra di Crimea fu dunque, per ciò che riguarda le potenze occidentali, un grande sproposito politico, e, tutto sommato, un arresto nella via della civiltà. Se dal Congresso che ne seguì venne qualche bene - come l'Indipendenza dei principati danubiani - esso si sarebbe potuto ottenere, se le grandi potenze avessero voluto, prima della guerra e senza la guerra.
Il Congresso di Parigi.
Quando, per intromissione dell'Austria, le ostilità furono sospese, tanto la Russia come la Francia erano desiderosissime di por fine alla lotta, la prima perchè immensamente stremata finanziariamente; la seconda perchè dei sacrifici fatti e da farsi d'uomini e di denaro, sapeva di non avere a sperare alcun beneficio nè prossimo, nè remoto.
Invece l'Inghilterra, che aveva intrapreso la guerra per schiacciare la sua potente rivale, dalla quale potevano essere messi in pericolo i suoi possedimenti d'Asia, avrebbe voluto la ripresa delle ostilità, ma trovandosi sola a volerla, dovette fare di necessità virtù.
Il Congresso per la stipulazione della pace fu aperto il 26 febbraio 1856 e chiuso in aprile. Vi furono ammesse tutte le grandi potenze, e, non ostante l'opposizione dell'Austria, anche il Piemonte, per avere egli, per solidarietà coll'Europa, partecipato alla guerra come alleato delle potenze occidentali.
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