(Lettera di Daniele Manin a G. Pallavicino, pag. 24-25).
Il Siècle pubblicò più articoli tendenti a dimostrare che l'unificazione italiana, anzichè nuocere alla Francia, le sarebbe stata vantaggiosa.
Il Siècle è una vera potenza: nessun giornale ha una massa così considerevole di lettori: esso spinge la libertà di discussione fino ai limiti del possibile: esso difende con vigore costante la causa della nazionalità. (Lettera di Manin a Pallavicino, 10 gennaio 1856).
Dell'Estafette, in una lettera del 30 luglio 1856, Manin scrive al medesimo Pallavicino:
Il giornale di Parigi l'Estafette si occupa delle cose nostre con affetto perseverante. Nessun giornale italiano lo cita mai. È un'ingratitudine e un'ingiustizia.
L'Estafette non aveva grande diffusione, ma la Presse e il Siècle erano a quel tempo i giornali più letti di Francia, e avevano un'eco nella stampa liberale dei dipartimenti.
S'aggiunga che, oltre i giornali, tutti i democratici di qualche valore, che l'impero non aveva espulso, come lo storico Enrico Martin, Perrens, Anatolio de la Forge, non cessarono un istante, con libri che ricordavano i fasti e i lutti del patriottismo italiano, di tener vivo nel cuore del popolo francese l'amore della causa italiana. E fuori di Francia, a cominciare da Vittor Hugo, non vi fu profugo del Due Dicembre, che non unisse la sua voce e i suoi sforzi a quelli degli esuli nostri per la rivendicazione della libertà italiana.
Tutto ciò avveniva mentre nessuno dei giornali francesi ligi all'impero osava esprimere parole di simpatia o voti di affrancamento per l'Italia.
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