Prodromi di Guerra.
Il primo dì dell'anno 1859, ricevendo gli omaggi del corpo diplomatico, l'imperatore Napoleone III, nel passare davanti all'ambasciatore austriaco, il barone Hübner, gli disse a voce alta:
«Duolmi che le nostre relazioni col vostro governo non sieno più così buone come per lo passato; ma io vi prego di dire all'imperatore che i miei sentimenti personali verso di lui non sono cambiati».
Queste parole fecero in Europa l'effetto d'uno squillo di tromba, o come scrisse allora un uomo politico, di una bomba caduta in una sala da pranzo.
Non meno che agli altri, quelle parole riescirono inaspettate anche a Cavour, specialmente perchè poco prima aveva avuto dall'imperatore medesimo esortazioni di prudenza e moderazione, a cagione della mutata situazione in Inghilterra e in Prussia. Qui, divenuto reggente il principe reale, aveva, primo suo atto, mutato il ministero Manteuffel, propenso a Napoleone, in quello presieduto da un Hohenzollern, poco favorevole alla Russia e contrario alla Francia. In Inghilterra il ministero Malmesbury, obbedendo alle vive istanze della regina, si era riaccostato all'Austria, in cui vedeva «la spada destinata a tenere in rispetto la Russia»; e, a mezzo dell'ambasciatore Hudson, aveva raccomandato a Cavour una politica di pace.
«Sembra che Napoleone voglia andare avanti», aveva esclamato Cavour nel leggere le parole indirizzate al barone Hübner, e ne prese argomento per sostenere nel Consiglio dei ministri, tenuto il 2 gennaio, lo schema del discorso reale da essere pronunciato il 10 gennaio per l'apertura del parlamento.
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