Questa arrestò ad un tratto l'avanzarsi degli austriaci, i quali, se invece di frazionarsi, avessero portato in linea di battaglia tutte le loro forze, avrebbero potuto schiacciare il debole nemico.
Arrivato verso un'ora e mezza del pomeriggio al ponte che attraversa la via di Alessandria, il generale Forey spinge contro la destra nemica due battaglioni comandati dal colonnello Cambriels ed egli stesso alla testa di un reggimento della sua divisione si scaglia con grande impeto contro le colonne austriache, che occupano le alture innanzi a Montebello.
La cavalleria sarda del gen. De Sonnaz dalla pianura coopera fortemente a questo movimento. In questo momento entra in azione il generale Beuret, e l'offensiva si accentua su tutta la linea con ammirevole energia. La vittoria è a questo patto; ognuno lo sente e risponde all'impulso che a tutti comunica il generale Forey. Alle quattro e mezza Ginestrello è preso; poi successivamente Montebello e Casteggio. La vittoria era decisa.
I francesi ebbero 174 uccisi, fra i quali il generale Beuret, e 650 feriti; i piemontesi da 3 a 400 fra morti e feriti. Gli austriaci perdettero 1423 uomini, fra i quali 638 uccisi.
Il combattimento di Montebello inaugurò brillantemente l'offensiva tattica, che fu poi impiegata dagli alleati in tutta la campagna. Fu vinto dal valore dei capi e dei soldati, ma dimostrò nello stesso tempo l'inettitudine dei generali austriaci, i quali, facendo un grande abuso di frazionamenti e di riserve, non seppero utilizzare la enorme superiorità delle loro forze.
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