Lasciata ivi una forte riserva, e mandato un battaglione sulla via di Induno, per non lasciare ai garibaldini via di scampo, dopo averli sbaragliati, egli si trovņ col resto della brigata, non meno di 3000 uomini, ai primi albori del 27, a Belforte, alle porte di Varese.
Impadronitosi del poggio che lo domina, dopo avere iniziato il combattimento con fuochi di cacciatori e tirando cannonate dai suoi quattro pezzi contro le ville e i giardini di Biumo inferiore e superiore, mandņ le sue colonne d'attacco contro la sinistra e il centro garibaldino. I Cacciatori delle Alpi non si mossero, nč fecero fuoco. Avevano avuto l'ordine di non sparare che a tiro di pistola, e cosģ fecero.
Incuorati e baldanzosi, non incontrando resistenza, i soldati austriaci, ma specialmente gli ufficiali, gridavano ghignando: «Fuori Garibalda... ah! Garibalda, Garibalda!»
Quando la catena nemica fu a circa cinquanta passi, i Cacciatori delle Alpi dalle barricate di Biumo inferiore fecero un fuoco potentissimo, gridando entusiasticamente: «Viva Garibaldi!»
Si arrestarono i Cacciatori nemici, poi retrocessero. Due colonne serrate, spinte innanzi dalla voce degli ufficiali e dal suono delle bande militari, e accolte anch'esse da un fuoco micidiale, spaventate, si gettarono a destra e a sinistra della strada per i campi.
Mentre si rinnovavano da questa parte, ch'era strenuamente difesa dal reggimento di Medici, gli attacchi degli austriaci, il colonnello Cosenz, che, non assalito, trovavasi pił indietro, sulla strada di Gallarate, prese con sč una parte del suo reggimento, e, attraversato il non breve spazio di terreno che lo separava dal luogo di combattimento, irruppe contro il fianco della colonna nemica, nel tempo stesso che una parte dei militi di Medici la caricava alla bajonetta dallo stradale.
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