Melegnano fu preso, ma con perdite enormi. Anche qui i soldati dovettero pagare del proprio sangue la temerità e l'insipienza dei capi.
In un breve combattimento di due ore i francesi ebbero 15 ufficiali e 300 soldati uccisi; e feriti 56 ufficiali e 553 soldati.
La brigata Roder, soccorsa all'ultimo momento dal generale Boer, potè ripiegare su Lodi, lasciando sul terreno 7 ufficiali e 112 soldati morti, 16 ufficiali con 233 uomini feriti e 1200 prigionieri.
Sul Chiese.
Dopo il combattimento di Melegnano, l'esercito alleato perdette di vista un'altra volta l'esercito austriaco. Cosa stranissima in paese amico, dove, volendo, non doveva essere difficile avere notizie esatte dei suoi movimenti.
Il 15 giugno giunto a Rezzato il corpo dei Cacciatori delle Alpi, che faceva da vanguardia agli alleati, Garibaldi ricevette ordine dal re di occupare Lonato, colla promessa, che a cooperare a quell'operazione gli sarebbero stati mandati due reggimenti di cavalleria ed una batteria d'artiglieria.
Questi rinforzi Garibaldi non li ebbe.
Lonato era in quel giorno quartier generale dell'imperatore d'Austria, e centro di un esercito di duecentomila uomini. E Garibaldi, che precedeva l'esercito alleato di un'intera tappa, doveva impossessarsene con 1800 uomini, a tal numero essendo allora ridotto, pei molti malati che aveva avuto, il corpo dei Cacciatori delle Alpi.
Assalito il 1° reggimento a Castenedolo da forze molto superiori, le aveva dapprima vigorosamente respinte, ma poi, soprafatto dal numero, dovette battere in ritirata.
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