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      Garibaldi, che più tardi interpretò gli ordini che aveva ricevuto dal quartier generale del re come una burla, riferendo alla sera gli avvenimenti della giornata al generale Cialdini, questi gli rispose: «State fresco, se vi fidate a quella gente»26.
      Dopo alcuni giorni passati sulla riva occidentale del lago di Garda per tener in rispetto i piroscafi armati degli austriaci, il corpo dei Cacciatori delle Alpi fu mandato in Valtellina e allo Stelvio, per far buona guardia da quel lato. Nel tempo stesso la divisione del gen. Cialdini fu mandata a occupare le valli Sabbia, Trompia e Camonica, pel timore di un'invasione da quelle parti di un esercito di soccorso austriaco o germanico.
      Furono un prode generale e dodici mila uomini sottratti alla gran battaglia, che non poteva tardare.
      Solferino.
      Il masso delle prealpi, che da Peschiera va fino a Volta, sulla destra del Mincio, ha sul lato sud-ovest Cavriana e Solferino, e a nord di Solferino, divisi dalla valle percorsa dal Redone, Madonna della Scoperta e San Martino. È su queste alture, e sul largo piano coltivato, a ponente di Solferino, dove sorgono i villaggi di Medole, Rebecco e Guidizzolo, che si combattè la battaglia campale del 24 giugno, che gli scrittori italiani dividono in due battaglie, di Solferino e San Martino.
      Passato il Chiese; benchè non fossero mancate notizie del passaggio di truppe austriache di qua del Mincio, l'imperatore Napoleone III, fermo nell'idea che gli austriaci non volevano perdere il vantaggio delle posizioni del quadrilatero, ch'erano state loro tanto favorevoli nel 1848, diede per obbiettivi alla marcia delle truppe alleate pel 24 giugno: Pozzolengo alle divisioni sarde; Solferino al primo corpo francese, Cavriana al secondo, Medole al terzo, Guidizzolo al quarto ed alle divisioni di cavalleria del primo e terzo corpo.


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Le guerre le insurrezioni e la pace nel secolo decimo nono
Volume secondo
di Ernesto Teodoro Moneta
Tipografia Popolare Milano
1904 pagine 328

   





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