Invece, per buona parte della giornata, la direzione unica mancò negli austriaci, credendosi nelle prime ore al loro quartiere generale che non si trattasse che di combattimenti d'avanguardia. Quando quel comando supremo si accorse ch'era proprio una vera e grande battaglia che si combatteva, e volle guadagnare con energica azione il tempo perduto, era troppo tardi.
Dopo i combattimenti d'avanguardie e posti avanzati, l'azione principale francese si concentrò contro Solferino e Cavriana.
Difendeva Solferino il quinto corpo austriaco (Stadion), che aveva a suo vantaggio posizioni quasi inespugnabili: il cimitero, ch'era per sè stesso quasi una specie di ridotto, la chiesa, il castello, il Monte dei cipressi, e, come ultima difesa, la sommità del colle detto Spia d'Italia.
Invano più volte tentarono l'assalto del cimitero, ch'era la posizione più avanzata del nemico, le divisioni Bazaine e Ladmirault. Dopo molte e gravissime perdite dovettero rinunciarvi.
L'imperatore Napoleone, che trovavasi a fianco di Baraguay-d'Hilliers, e aveva veduto in Solferino, quale centro della fronte austriaca, la chiave di tutta la posizione, e accortosi che Mac-Mahon, minacciato a sua volta da grosse schiere nemiche, non poteva d'un tratto portarsi su Solferino, mandò l'ordine alle due divisioni di fanteria della guardia imperiale, che venissero senza indugio al soccorso del primo corpo.
Esse giungevano sul colle nel momento in cui Baraguay-d'Hilliers aveva finito di collocare parecchie batterie sul colle di Mezzana, sovrastante al cimitero.
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