La battaglia si combattè accanita, feroce, con perdite immense dalle due parti tra Casanova, Rebecco e Medole; Rebecco fu preso, perduto e ripreso più volte dai francesi.
Al tocco Canrobert si decise ad inviare a Niel una brigata (Bataille). Alle due Wimpffen mandò al suo imperatore da Guidizzolo questo mortificante dispaccio: "Mi son provato due volte di pigliare l'offensiva, vi adoperai sin le ultime riserve; ma non sono ormai in condizione di tener fermo più a lungo. Bisogna ch'io mi ritiri sotto la protezione dell'undicesimo corpo".
Mentre la sinistra austriaca batteva in ritirata, Mac-Mahon, dopo replicati assalti, respingeva le truppe del principe d'Hesse, che ripiegò lentamente su Cavriana, dove altre truppe si erano concentrate.
Erano le quattro e mezza pomeridiane, quando, imperversando l'uragano, i francesi, messe in batteria le loro artiglierie, cominciarono l'ultimo assalto.
Dopo breve resistenza, gli austriaci abbandonarono anche Cavriana.
La vittoria dei francesi era completa.
San Martino.
Le quattro divisioni dell'esercito sardo - prima, seconda, terza e quinta (la quarta, del generale Cialdini, era, come fu già detto, lontana) - formanti la sinistra delle truppe alleate, dovevano, secondo gli ordini ricevuti, marciando in due colonne - la prima e la seconda divisione, seguendo la via di Castel Venzago e Madonna della Scoperta, la terza e quinta, per Rivoltella e San Martino - riunirsi a Pozzolengo.
Lasciata a Lonato, in attesa di ordini, la divisione di cavalleria (Sambuy), non vi fu collegamento non soltanto fra le dette due colonne, ma neppure fra le stesse divisioni.
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