La perdita del Darwin è irreparabile, ma era purtroppo prevista da molto tempo. Non si rinnovano impunemente le basi di tutto il sapere umano, né si spende tutta l'energia, di cui può essere dotato un cervello d'uomo, nel rovesciare un edificio secolare: da lunghi anni la salute del Darwin era compromessa, ed ogni sua pubblicazione ci rendea trepidanti pel timore che essa già non fosse l'ultimo sprazzo luminoso di quella mente elevatissima. Ma mentre l'uomo paga alla natura il tributo della morte, l'opera resta e si tramanderà imperitura alle più lontane generazioni: chè, per quanto essa possa subire in avvenire gli attacchi del tempo e riformarsi davanti a nuove conquiste della scienza, pure tutti siam d'accordo nel riconoscere che nessuna rivoluzione avvenne mai nel dominio più nobile ed alto dell'attività umana, nessuna specialmente cangiò in modo così profondo gli ideali del pensiero, come questa cui avemmo l'onore di assistere e di prender parte e alla quale rimarrà indissolubilmente legato il nome di Carlo Darwin.
Discorrere del Darwin sulle pagine di una Rivista, che ha lo scopo principalissimo di giovare alla diffusione delle dottrine evoluzionistiche in Italia, è più che utile, doveroso, e noi lo faremo ripetutamente e diffusamente, illustrando sotto tutti gli aspetti l'opera dell'insigne filosofo e naturalista, e mostrandone l'influenza enorme, rinnovatrice, vitalissima su tutte le scienze(2). Io mi propongo intanto in questo primo articolo di narrarne brevemente la vita e di farne conoscere le opere dal punto di vista puramente scientifico, mettendo anche in rilievo come nel pensatore l'intelligenza profonda si contemperasse col nobile carattere, poiché mi sembra che sotto questo duplice, ma inscindibile aspetto, Carlo Darwin non sia stato ancora fra noi abbastanza apprezzato.
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