Ma tutto ciò nulla toglie al merito straordinario di quest'uomo, che con un tratto di genio squarciava le nubi addensate attorno al gravissimo problema dell'origine delle specie e dava al trasformismo una base positiva così sicura, che le scoperte dell'avvenire potranno modificarlo, forse, non mai distruggerlo del tutto. Senza dubbio Carlo Darwin non ha creato subitaneamente la teoria della trasformazione delle specie: l'evoluzionismo non è uscito nel suo cervello come Pallade dal cervello di Giove, e molti prima di lui sono stati trasformisti ed evoluzionisti. Il Quatrefages, l'Haeckel, Ch. Martins, lo Schmidt, ma prima di tutti il Darwin medesimo hanno dimostrato in modo efficace che la dottrina evoluzionista esisteva da lunga pezza nella scienza e che alcuni illustri naturalisti hanno creduto sempre nella variabilità delle specie e nell'origine delle forme attuali per mezzo di generazione regolare da forme preesistenti. Senza arrestarci a citare tutti i filosofi e naturalisti che in maniera più o meno evidente accennarono nei secoli passati alla trasformazione delle specie (Vanini, De Maillet, Robinet, Buffon), bastino i nomi di Erasmo Darwin, Goethe, Lamarck, Oken, Stefano ed Isidoro Geoffroy-Saint-Hilaire, De Buch, Lyell, Omalius d'Halloy, Bory de S. Vincent, H. Spencer, Naudin, Keyserling, Huxley, Schaaffhausen, Von Baer, Hooker e Wallace, i quali tutti prima o contemporaneamente col Darwin avevano espresso la loro opinione favorevole all'origine delle specie per mezzo di modificazioni successive.
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