Ma né il Darwin né lo Spencer ci apparirebbero così grandi, se l'opera dell'uno non fosse stata illuminata e spiegata dall'opera dell'altro. Sotto tutti i loro aspetti i due celebri scrittori inglesi si completano a vicenda e sono come un Giano terribile dalle due faccie: in essi si incarna, per così dire, e si individualizza il moderno indirizzo del pensiero umano, che è di risalire alle formule generali (sintesi) solo mercè l'esame dei fatti particolari e la scoperta delle loro leggi (analisi). Però non si va lungi dal vero sostenendo che l'evoluzionismo ha vinto, almeno per ciò che si riferisce alla immensa maggioranza dei pensatori e scienziati, molto più in grazia del metodo pazientemente analitico cui s'informa il libro sull'Origin of species, che in virtù delle vaste concezioni sintetiche sparse a larga mano nei First Principles.
Noi abbiam visto che il concetto di trasformismo già esisteva nella scienza: possiamo aggiungere che i suoi principii fondamentali non vennero inventati dal Darwin. L'evoluzione era stata sostenuta da una folla di filosofi e scienziati, da Empedocle a Hegel e a Spencer, da Buffon a Lamarck e a Wallace: il principio della lotta per l'esistenza appartiene al Malthus; finalmente la selezione artificiale era praticata da secoli per ottenere le razze domestiche di animali e vegetali. Ma nessuno intanto aveva saputo scoprire ancora i rapporti fra queste leggi cardinali del mondo vivente. Il colpo di genio del Darwin è appunto quello di averle cementate per la prima volta assieme, facendone uscire il grande principio della selezione naturale.
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