Non dico poi della conformazione complessiva e proporzionale dell'encefalo; dei suoi emisferi
dei lobi
delle circonvoluzioni o pieghe
che aumentano la superficie della corteccia grigia e sembrano in rapporto diretto con lo sviluppo della mentalità. Su tutto ciò sappiamo poco
ancora: è appena se qualche dato comparativo ci fa ritenere che esistono differenze morfologiche fra i diversi Hominidae!
Per la specie umana
come per le specie affini
l'Antropologia odierna non ammette più l'antico monogenismo
ossia che essa sia derivata da una sola coppia di Adamiti (Adamo ed Eva
del mito semitico
sono puri simboli di psicosessualità
come io ho dimostrato nella mia opera su La Psicanalisi); nè d'altra parte essa può moltiplicare di troppo gli stipiti; essa tempera le due teorie supponendo un moderato polifiletismo
cioè la primordiale differenza fra tipi locali che diventano poi le «razze» sotto l'azione dell'ambiente. Orbene
non presso tutte le specie o razze umane la donna è inferiore all'uomo; vi sono popoli dove essa
destinata ai lavori più materiali
tra cui la ricerca dell'alimento e la costruzione dei ripari
acquista una costituzione corporea più forte e specificata che non il suo «uomo»
il quale rimane invece inoperoso
incaricandosi soltanto delle funzioni di difesa contro gli animali e contro le altre tribù. Non lo sappiamo di preciso perchè ci mancano ancora i dati
ma è assai probabile che il cervello di queste donne
dalla forza muscolare più potente e dalla attività mentale più energica
sia
se non più voluminoso e pesante
almeno eguale a quello dei loro maschi.
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