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      Presso le popolazioni e nazioni (e sono la immensa maggioranza nella Umanità più recente e a noi nota) dove la donna ha una funzione sociale ridotta più domestica più intima dove non le è lasciata nessuna iniziativa nè inventiva il cervello ha conservato più a lungo i prischi caratteri evolutivi ossia è rimasto meno voluminoso meno pesante meno sviluppato che quello dei loro maschi cui si apriva un più largo e vario campo di attività.
      Alla donna se pur viene a mancare il dato materiale della quantità cerebrale rimane sempre dunque disponibile quello della qualità. Chi si azzarderà di negare a priori che la diversità fra cervello maschile e femminile in fatto di massa e di peso non sia compensata da un più fino coordinamento degli elementi che lo compongono nella sua corteccia e che per merito dei due coniugi Vogt questi grandi scrutatori del cervello umano ai quali va la gloria di avere svelato tanti misteri della struttura cerebrale e sopratutto della finissima architettura della corteccia vi costituiscono un meraviglioso stupefacente spettacolo?
      Ma c'è di più: il volume del cervello non può essere un criterio esatto se non lo si mette in relazione ad altri elementi biologici e sopratutto alle svariate esigenze fisiologiche del corpo del quale esso cervello accentra e coordina le funzioni supreme di innervazione la sensibilità la motilità la ideazione il sentimento la consapevolezza dei proprii mutamenti. Non serve il cervello soltanto alla funzione di sentire ma pur anche e sopratutto di reagire e di agire; ciò implica che ricevendo le sensazioni esterne e le impressioni interne esso vi risponda incitando i muscoli tanto se destinati ai rapporti con la realtà esterna cioè col Mondo col Macrocosmo quanto se occupati a far funzionare la realtà interna cioè l'organismo o Microcosmo.


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Sessualità umana
di Enrico Morselli
Editore F.lli Bocca Torino
1931 pagine 209

   





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