Non sarà il caso di scagliare contro le donne le celebre invettiva che il rifiutato Leopardi gettava contro la civettuola «Aspasia»; ma a nessuno
che abbia occhi per vedere e mente per riflettere su ciò che vede
può sfuggire questo raffronto differenziativo dei due sessi nella nostra specie. Come dico altrove
la spiegazione esauriente di ciò mi sembra d'altronde assai semplice: nella evoluzione dell'Umanità la donna ha acquistato un cervello adattato alla sua funzione biologica e sociale
che non è profondamente intellettuale ma affettiva
non inventoria o progressiva ma conservatrice.
E allora come spiegare le così impressionanti eccezioni alla regola? come giustificare la non applicabilità della formula scientifica concernente la correlazione tra il volume e lo sviluppo ponderale del cervello e la potenza delle facoltà intellettuali ad un France
ad un Gambetta e (approssimativamente) ad un Dante? Semplicemente
col fatto che la «funzione» di un qualsiasi nostro organo non è proporzionata soltanto alla sua quantità misurabile coi nostri mezzi un po' grossolani; tanto meno l'intelligenza
questa funzione
diremo così «imponderabile»
non è il prodotto solo del peso e della mole
ma più ancora lo è della qualità del cervello. Certamente
quando volume
peso
forma e struttura interna si combinano
si avrà un intelletto superiore a quello che corrisponde alla sola grandezza
al solo peso o alla sola morfologia esterna; ma sarà ben difficile che tutte le condizioni di superiorità si associno in un dato individuo.
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